C’È IL SOLE. OGGI.
C’È IL SOLE. OGGI.
Testo e foto: © Antonella Di Girolamo
C’è il sole. Oggi. Mi piace stare qui sul ballatoio a goderne.
Occhi chiusi per vedere meglio.
Eccola, ne riconosco il passo. È Lei.
C’è il sole oggi e sicuramente Lei lascerà la porta aperta.
Non ama le porte chiuse.
Io, Lei, la conosco bene.
Le case di ringhiera, con le porte sui ballatoi, regalano atmosfere di vita collettiva e comunitaria. Tutti possono vedere tutto, con quello sfocato controllo sul chi va e chi viene. Abitanti rilassati. Non distratti.
Anche Lei lascia la porta aperta, ma da qualche anno mette una sedia a cavallo della soglia, la cosiddetta barricata. Lo struscio della sedia sul pavimento le permetterebbe di accorgersi di ingressi indesiderati.
Solo a fine giornata i colpi metallici delle due mandate di chiavistello avvertono che Lei non prevede uscite serali.
Lei mi vede, mi saluta, apre la porta, mette la barricata e mi lascia fuori.
Lei sa che rimarrò in attesa, non ho fretta.
Al sole, occhi chiusi per vedere meglio.
Direziono a Lei le mie orecchie con attenzione, i suoni e i rumori mi parlano e mi raccontano ogni suo gesto, ogni sua azione, poco abitudinaria, raramente seriale, talvolta distratta.
Io, Lei, la conosco bene. Da molti anni.
Lo scalpiccio che ha accompagnato i suoi passi veloci sul ballatoio, termina con un leggero doppio tonfo. Lei si è tolta le scarpe. Shoe free home, è tassativo anche per gli ospiti. Nessuno entra con le scarpe a casa sua. Non più.
Adesso il tocco dei passi scalzi diventa più sordo, più lento.
Un timido click e l’aria è musicata dalla costante stazione di melodie classiche, senza pubblicità e, soprattutto, senza le ansiose e ansiogene previsioni del tempo. Lei le detesta, convinta che condizionano e determinano il fare. Il decidere di fare.
L’unica voce che ogni tanto si ode è lo speaker che informa del titolo e dell’autore del brano trasmesso.
Silenzio! Questo leggero cigolio lo riconosco.
Finalmente!
Lei ha aperto lo sportello del frigo, forse si prepara il pasto, forse mi chiamerà.
C’è silenzio, nulla che mi possa parlare, nessun segnale che mi possa dire, è in osservazione e sta riflettendo…
Non è buon segno, almeno per me.
Quando il tempo tra l’apertura e la chiusura dello sportello del frigo è lungo, e non restituisce né suoni né rumori, se non il leggero brusio del motore, e contiene sospiri annoiati, allora non promette nulla di buono, almeno per me.
Lei tiene aperta la porta del frigo per tempi lunghi, la lucina al neon è sicuramente accesa ma, al contrario del Signor Otturatore, Lei non ne viene illuminata. Il lungo, lunghissimo, silenzio si tradurrà in nutrimento essenziale.
Tempi lunghi=maggiore illuminazione, o luminosità? Non ricordo bene…
Che significa tutto ciò? Che, se il tempo tra apertura e chiusura è lungo, ci si illumina?
Che strana storia!
Una volta la sentii che raccontava di uno strano signor Otturatore che aveva due tende, anzi due tendine, forse le sue finestre erano piccoline, e che, se il tempo tra l’apertura e la chiusura delle tende fosse stato lungo, tutto si sarebbe illuminato.
Ma forse non avevo capito molto bene o non ricordavo precisamente. Ogni tanto sento questo strano parlottare di Lei con altre voci.
Persone che non sono nella sua casa, di questo ne sono sicura, non le ho viste passare e a me queste cose non sfuggono, ho una propensione naturale alla guardiania. La cosa strana è che sento il loro vocio, e Lei intavola con loro chiacchierate e discussioni.
Fantasmi?
Ascolto con curiosità ciò che dicono, non sempre comprensibile, ma dall’odore interessante. Come quando ringrazia sempre la Signora Tecnologia e la Signora Connessione, e le altre voci autorevoli confermano con espressioni riflessive e riflettute.
I toni cambiano quando Lei ringrazia i Signori Barattoli sempre pronti e presenti. Risate contagiose tra le voci, che approvano o disdegnano tali frequentazioni.
Allora Lei insiste e la sua voce diventa teatrale nel descrivere, con dovizia di particolari, la tecnica del Signor Indice in stretto rapporto con i Signori Barattoli. Forse sono parenti.
“La procedura prevede movimenti scrupolosi e una meticolosa coordinazione. L’attenzione deve essere massima, il rischio di lesioni permanenti è alto. Il Signor Indice alza leggermente l’anello, poi si curva e lo aggancia e comincia a tirare. Il movimento deve essere morbido e fluido per evitare strappi. Se si tira con violenza si rischia di strappare l’anello, ma il Signor Indice pare sia molto esperto e raramente deve far ricorso all’apriscatole tradizionale.”
Lei parla di cose che non sempre capisco ma, vabbè, poco importa capire tutto.
Di stranezze ne ha anche altre, ma Lei mi piace così com’è.
Stropiccio leggero e plasticoso, sì ha optato per una busta. Non sento lo sciacquio dell’acqua. Tintinnio con strusciamento di metallo su metallo, o meglio, di alluminio su acciaio, poi qualche colpetto e un leggero struscio da sfregamento silenziato.
Oggi tutto è inodore.
Ecco che però sento il ticchettio dell’accensione elettronica della cucina a gas, maldestro urto di padella sul fornello, cosa metterà su?
Nuovamente la porta del frigo, questa volta l’apriechiudi è veloce.
La di Lei decisione è presa. È il suo pane congelato! Il fuoco scalda! Ne riconosco il profumo! Ne sono certa! La mia salivazione aumenta!
Non mi importa di null’altro! Lei profuma! Gocce di salivazione scendono dall’angolo della mia bocca! Mio cugino Pavlov junior mi aveva detto qualcosa al riguardo, saliva e campanelli, ma non ricordo eppoi chi se ne frega!!
Lei! Lo so! Lei mi ama! Arriverà da me!
Arriva.
“Fortù i tuoi padroni mi hanno tassativamente vietato di darti alcunchè, ti do un pezzo di pane tostato, visto che l’insalata e i ceci non li gradisci, però non facciamoci scoprire, non fare le puzzette, sii complice.”
Lei guarda me negli occhi, Io guardo Lei negli occhi.
Lei sposta la sedia, Io gocciolo saliva.
Lei è diligente ma non sempre ubbidiente.
Scodinzolo. Lei mi dà un pezzo di pane tostato. Buono. Lo sgranocchio e chi se ne importa di tutto il resto.
Eat and be merry!
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